TEMPO DI INFLUENZA MA SI SOTTOVALUTANO LE CONSEGUENZE
Solo il 43% degli over 50 sa che l'influenza può avere complicanze letali. Quasi tutti conoscono la vaccinazione antinfluenzale (96,8%), ma la consapevolezza dei rischi legati alla cronicità appare limitata. Intanto la copertura vaccinale degli over 65 si è ridotta al 52% (era al 68,3% nel 2005-2006): una percentuale pericolosamente lontana dall'obiettivo del 75%.
L'influenza è una delle malattie tipica dei mesi freddi più conosciute. Eppure, secondo il Rapporto Censis , tra gli italiani molti non non hanno una piena consapevolezza delle possibili conseguenze e delle condizioni di rischio elevato.
Il 48,9% pensa che può essere una malattia anche molto grave, ma solo il 43% sa che sono possibili complicanze anche letali.
L'influenza può comportare anche un aggravamento delle malattie preesistenti. Il il 57,7% sa che può dar luogo a complicanze cardio circolatorie. Il 43% pensa che l'influenza possa avere complicanze tali da portare alla morte. Ma solo il 3,4% ammette di avere molta paura dell'influenza. Il 13,8% degli italiani non si cura affatto.
Quando ci si accorge di aver preso l'influenza, solo il 16% contatta immediatamente il medico, il 45,8% si rivolge al medico solo se i sintomi non migliorano, il 24,4% si cura autonomamente con farmaci da banco e il 13,8% lascia che l'influenza faccia il suo corso senza prendere farmaci. Il 96,8% degli italiani over 50 sa che è possibile vaccinarsi contro l'influenza stagionale. Il 93% riconosce che la vaccinazione è consigliabile per i soggetti affetti da patologie dell'apparato respiratorio.
Il 59,1% considera la vaccinazione antinfluenzale consigliabile a tutte le persone che vogliono evitare di ammalarsi. Il 52,3% fa riferimento ai soggetti affetti da diabete, il 49,3% ai bambini e il 36,2% alle donne in gravidanza.
«L'atteggiamento nei confronti della vaccinazione antinfluenzale appare condizionato dal prevalere della dimensione soggettiva, dall'autopercezione del rischio e della propria condizione di salute», ha dichiarato Ketty Vaccaro, Responsabile dell'Area Welfare e salute del Censis. «Nel nuovo approccio culturale nei confronti della vaccinazione rimane comunque rilevante il ruolo attribuito al proprio medico di famiglia, che continua a esercitare una funzione strategica di orientamento autorevole anche rispetto alla scelta individuale della vaccinazione come strategia centrale della prevenzione dell'influenza e delle sue complicanze».