Mai comminato sanzioni senza motivo preciso e validissimo

Mai comminato sanzioni senza motivo preciso e validissimo

DA IL QUODIDIANOSANITA': LA RISPOSTA DELL'AIAS

Si continua in maniera distorta e unilaterale a confondere la realtà dalla fantasia. Così come numerosi commenti sul Social e sulla Stampa, rilanciano notizie assolutamente prive di fondamento e contenuti. L’AIAS non ha mai né licenziato né tantomeno inoltrato sanzioni disciplinari a propri dipendenti senza un motivo ben preciso e validissimo. Questo, giusto per sottolineare una condotta che ha sempre contraddistinto l’Associazione.
 
Il 21 febbraio scorso si è svolto una manifestazione di protesta davanti alla sede regionale dell’AIAS di Cagliari indetta dai Sindacati Confederali, (che non sono firmatari del Contratto Collettivo di Lavoro) guarda caso all’indomani delle dichiarazioni dell’Assessore Regionale della Sanità Luigi Arru che ha ammesso come le ASl pagano le fatture dopo 5 mesi. Gli ultimi pagamenti da noi ricevuti risalgono ai primi giorni di dicembre 2016.
 
Non capiamo, poi, se i Sindacati Confederali vogliano suggerire o meno l’apertura di una crisi aziendale, con tutto quello che comporterebbe?
 
O forse vogliono sedersi ad un tavolo con l’Azienda senza mai averne fatto richiesta?
Per quanto riguarda la Fondazione Stefania Randazzo, i Sindacati stanno per caso nascondendo che, all’aumento delle Rette del gennaio 2016 di poco più del 20% è corrisposta una eguale diminuzione dei pazienti nelle nostre strutture?
 
Che i pagamenti delle Asl sono puntualmente in ritardo? Per non parlare dei Comuni.
Un esempio: giusto la scorsa settimana si è tenuta una ulteriore udienza sul ricorso presentato dalla Fondazione e da altri erogatori di prestazioni RSA, dove la Regione, dopo aver chiesto e ottenuto un rinvio dell’udienza del 19 gennaio scorso, si è presentata nelle stesse identiche condizioni. Ovvero senza alcuna proposta per la soluzione dei problemi sollevati nel ricorso al TAR.
 
Per quanto riguarda l’AIAS, è quanto meno curioso che i Sindacati non si siano accorti che durante lo scorso anno c’è stata una notevole riduzione delle prestazioni. In particolare nella Asl 7 di Carbonia, sono stati dimessi dalle UVT molti utenti dei Centri diurni e residenziali socio riabilitativi.
 
Nella Asl 8 di Cagliari, la riduzione ha colpito soprattutto i pazienti domiciliari.  Si sono accorti della riduzione delle prestazioni, perché ricade sulla loro pelle, i pazienti dei Centri ambulatoriali affetti da Sclerosi Multipla, che hanno sollecitato la Regione attraverso diversi articoli apparsi sulla stampa per segnalare quanto sta accadendo.
E’ possibile che di tutto questo nessuno abbia informato i Sindacati?
 
Per quanto riguarda le proposte contrattuali prospettate dalle ASSL, queste prevedono una notevole riduzione delle prestazioni soprattutto nelle Province di Carbonia e di Cagliari. Ciò avviene nonostante le prestazioni che eroghiamo quotidianamente siano inserite nei LEA, e quindi dovrebbero essere un diritto garantito per i pazienti.
Anche di questo nessuno ha informato i Sindacati?
 
I motivi di delusione e malcontento dei Sindacati sono anche i nostri, quando ci troviamo da soli a combattere contro le decisioni unilaterali di ASSL e Regione.
Ricordiamo, a chi fa finta di nulla e di non vedere e continua a credere a voci fantasiose, che l’AIAS vanta crediti certi verso le ASL di oltre 36 milioni di euro e circa 7 milioni verso i Comuni, e la Fondazione vanta crediti certi verso le Asl e i Comuni di oltre 2,1 milioni di euro.
 
Con tutta la nostra buona volontà risulta difficile pagare regolarmente gli stipendi.
Abbiamo chiesto al Direttore Generale della nuova ASSL Unica dott. Moirano, un incontro urgente per poter rappresentare le problematiche che ci vedono coinvolti. Totalmente false le affermazioni dei Sindacati circa la totale chiusura dell’AIAS che non ha mai ricevuto una richiesta ufficiale di incontro.
“Siamo pronti – sottolinea il direttore amministrativo dell’AIAS, Vittorio Randazzo – ad incontrare i sindacati che ce lo chiedono”.
Per quanto riguarda i provvedimenti disciplinari emessi contro alcuni dipendenti sono 19 e non 29 come riferito erroneamente.
 
I Fatti: Nel Sulcis Iglesiente l'unica differenza rispetto ad altri lavoratori di altre aree sanitarie della Sardegna è che l'allora Commissario Straordinario della ASL di Carbonia  risposte ad una nota del nostro avvocato che quelle persone le aveva denunciate alla Procura per false attestazioni.
 
L'AIAS si deve difendere. Quei soldi che si distolgono per pagare con l’art. 1676 servono comunque per il sostentamento dell'azienda stessa. Per pagare non solo i dipendenti che non hanno chiesto l'1676 ma anche per pagare tutte le spese che ha una normale azienda.
 
Basterebbe sedersi e parlare con noi. Più e più volte abbiamo chiesto di poterci sedere attorno ad un tavolo a parlare, a trovare soluzioni condivise con la Regione e con le ASSL.
 
Abbiamo fatto decreti ingiuntivi per recuperare le somme. Stiamo aspettando i tempi della giustizia. Questo perché le Aziende Sanitarie non stanno pagando, sono fermi ai primi di dicembre.
 
Armando Ciosci, autista del Centro AIAS di Iglesias, così come gli altri 17 dipendenti interessati dal procedimento disciplinare, per avere con l'1676 il pagamento degli stipendi hanno, a detta dell'ufficio legale della ASL di Carbonia, fatto delle false dichiarazioni. Noi per tutelarci potevamo fare solo un provvedimento disciplinare.
La ASL, tramite il direttore generale ha l'obbligo di chiedere all'azienda chi fa parte del contratto ed eventualmente le retribuzioni arretrate. L’AIAS ha scritto alla ASL di Carbonia chi faceva parte del contratto. Solo 6 o 7 dipendenti certificati da noi avevano il diritto di chiedere l'1676. Mentre gli altri non ne avevano diritto.
 
E’ stato l’ufficio legale della ASL di Carbonia ad accertare e certificare che quelle persone non avevano diritto di chiederlo. E per questo, Ciosci compreso, sono stati denunciati alla Procura.
 
Noi ci basiamo su scritti dell'Azienda Sanitaria. Non è una ritorsione né contro Ciosci né verso nessun altro. Non sono io che ho certificato che le dichiarazioni erano false.


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